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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

Gli esiti scettici dell’empirismo: HUME

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  Hume sostiene che la fonte della conoscenza sono le percezioni, che si distinguono in: 1. Impressioni - percezioni immediate e vivide 2. Idee - immagini illanguidite delle impressioni Per il filosofo la memoria e l'immaginazione consentono di conservare le impressioni e collegare le idee, tuttavia la mente è totalmente libera perché procede secondo il principio di associazione, il quale opera in base a tre criteri: 1. somiglianza 2. contiguità 3. causalità Egli dice anche che le idee complesse garantiscono una conoscenza certa quando derivano da relazioni pure tra idee, e una conoscenza probabile quando derivano da relazioni tra dati di fatto. Ciò implica il principio di casualità che deriva da una tendenza soggettiva a cogliere una connessione necessaria tra due eventi successivi e contigui. Secondo lui, inoltre, la fiducia nella regolarità dei fenomeni è frutto dell'abitudine da cui deriva la credenza, utile per guidare la condotta umana ma priva di certezza assoluta. Per H

LOCKE

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  L’INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÀ CONOSCITIVE John Locke è considerato il padre dell'empirismo moderno e con la sua opera,  il Saggio sull'intelletto umano,  propone un'indagine critica delle facoltà conoscitive con l'obbiettivo di stabilirne possibilità e limiti. Secondo lui la ragione può essere ricondotta entro i confini dell'esperienza, da cui trae il materiale conoscitivo.  Secondo il filosofo l'analisi delle facoltà conoscitive consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze, facendogli da un lato superare l'inerzia, e dall'altro acquistare la consapevolezza che è possibile ottenere un livello di conoscenza sufficiente a guidare nel modo migliore le sue azioni. Egli critica le idee innate, in quanto secondo lui, vi sono alcuni principi o idee impressi nella nostra mente, che la nostra anima riceve fin dal primo istante della sua esistenza, come per esempio l'idea di Dio.  Per Locke, quindi, la conoscenza dipende interamen

LEIBNIZ

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  LA METAFISICA DELLE MONADI Leibniz afferma che il nostro è il migliore dei mondi possibili, infatti Dio ha scelto il meglio secondo ragione tra infinite possibilità, per tanto la libertà divina coincide con la razionalità. Il filosofo sostiene anche una condizione dinamica della realtà in cui a fondamento di realtà meccanicistica vi è una dimensione sostanziale metafisica, cioè la forza viva che è l’essenza delle sostanza individuali. Inoltre egli afferma che nel mondo vi sono infinite sostanza individuali: le monadi, che sono centri di forza semplici, immateriali e privi di estensione, ma anche entità complete e autosufficienti, dotate di capacità rappresentativa. Percezione— attività mediante la quale le monadi percepiscono in modo oscuro e confuso l cose esterne. Appercezione— la conoscenza chiara e distinta dell’attività percettiva. Vi sono tre tipologie di monadi: 1. Quelle del tutto prive di coscienza 2. Gli animali 3. Gli spiriti superiori Egli afferma che sono state create da

HOBBES

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  LA PROSPETTIVA MATERIALISTICA Secondo Hobbes gli individui sono animati dall’egoismo e sono mossi ad agire in vista del proprio interesse personale vivendo così in una situazione perenne di conflitto di tutti contro tutti.  Tale pensiero deriva dal fatto che egli guarda l’uomo come un essere interamente naturale e corporeo, per cui sia le funzioni fisiologiche sia quelle mentali devono essere spiegate in termini esclusivamente materiali— prospettiva materialistica. Hobbes afferma inoltre che ogni conoscenza deriva dai sensi e che, a sua volta, la sensazione può essere spiegata in termini di movimento dei corpi. Infatti, essa nasce da un “moto” sollecitato dagli oggetti esterni negli organi di senso, facendo si che l’apparato percettivo dell’uomo reagisca producendo le immagini degli oggetti. Facendo ciò tali immagini rimangono nella memoria e collegandosi con altre immagini sensibili, danno origine all’immaginazione, che non è nulla di immateriale in quanto si limita a connettere le

SPINOZA

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Per Spinoza la sostanza, sul piano ontologico è ciò che è in se , quindi per esistere non ha bisogno di altro, mentre sul piano gnoseologico è  ciò che si concepisce per se,  per tanto il suo concetto non ha bisogno di altri concetti per essere inteso. Egli dice anche che la sostanza si identifica con Dio, visto che è incerta, eterna, infinita, invisibile, unica, e coincide con il tutto. Secondo Spinoza esistono tre gradi di conoscenza: 1. Percezione sensibile o immaginazione— la quale offre rappresentazioni parziali e confuse. 2. Ragione— che offre idee chiare e distinte stabilendo il nesso tra cause ed effetti. 3. Intuizione— la quale coincide con l’amore intellettuale di Dio, il quale consente di intuire la suprema unità dell’universo e la struttura della sostanza divina,  che si divide in: a. Attributi- le qualità essenziali della sostanza. b. Modi- le concretizzazioni particolari degli attributi. Spinoza sostiene che le passioni e le azioni umane vanno comprese, non giudicate, e d