LOCKE

 



L’INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÀ CONOSCITIVE

John Locke è considerato il padre dell'empirismo moderno e con la sua opera, il Saggio sull'intelletto umano, propone un'indagine critica delle facoltà conoscitive con l'obbiettivo di stabilirne possibilità e limiti. Secondo lui la ragione può essere ricondotta entro i confini dell'esperienza, da cui trae il materiale conoscitivo. 

Secondo il filosofo l'analisi delle facoltà conoscitive consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze, facendogli da un lato superare l'inerzia, e dall'altro acquistare la consapevolezza che è possibile ottenere un livello di conoscenza sufficiente a guidare nel modo migliore le sue azioni.

Egli critica le idee innate, in quanto secondo lui, vi sono alcuni principi o idee impressi nella nostra mente, che la nostra anima riceve fin dal primo istante della sua esistenza, come per esempio l'idea di Dio. 

Per Locke, quindi, la conoscenza dipende interamente dall'esperienza, infatti la mente di un neonato è come un foglio bianco, ossia priva di contenuti. Inoltre egli sostiene che dall'esperienza derivino due tipologie di idee:

1. le idee di sensazione- provengono da oggetti esterni tramite i cinque sensi (es. bianco, verde, caldo, freddo, etc.)

2. le idee di riflessione- provengono dall'esperienza interna, la quale comprende sia le operazioni proprie della mente, sia gli stati d'animo e le passioni 

Inoltre distingue le idee in altre due grandi classi:

1. le idee semplici- derivano dalle esperienze elementari della sensazione o della riflessione.
     a loro volta comprendono:
a. le idee di qualità primarie-- oggettive
b. le idee di qualità secondarie-- soggettive

2. le idee complesse- elaborazione delle idee semplici.

Ma come fa la mente a sapere che le proprie idee coincidano con le cose? Per le idee semplici il problema non si pone, in quando provengono direttamente dall'esperienza. Mentre le idee complesse, visto che sono il frutto del potere attivo della mente, sono soggette più facilmente ad errore.

Il filosofo propone varie tipologie di idee:

Le idee di modi- sono quelle idee complesse che non consideriamo esistenti in sé, ma solo in riferimento a una sostanza.

Le idee di sostanza- sono idee complesse che riferiamo a qualcosa che è percepito come esistente per sé.

Le idee di relazioni- sono idee complesse che derivano dal confronto e dall'istituzione di un rapporto tra idee semplici.

Per Locke le cose di cui non possiamo avere una percezione sensibile sono incerte, e le uniche certezze non sensibili di cui disponiamo sono quella del nostro io e di Dio.

Per quanto riguarda la realtà esterna, dice il filosofo che di essa abbiamo una conoscenza affidabile e sufficiente, ma non assoluta. La probabilità rappresenta il vasto campo su cui l'uomo, in assenza di certezza assoluta, può fare affidamento. In definitiva, la ragione, con l'esperienza, è l'unico strumento che abbiamo per orientarci nel mondo anche se è imperfetta e limitata.

Inoltre il filosofo affronta anche il problema del linguaggio. Secondo Locke le parole stanno al posto delle idee. 

LA CONCEZIONE DELLO STATO E L’AFFERMAZIONE DELLA TOLLERANZA

Le idee sulla politica di Locke ebbero vasto eco in tutta Europa e influenzarono i padri della Dichiarazione d'indipendenza e della Costituzione degli Stati Unti d'America.

Al contrario di Hobbes, Locke ha una visione positiva della natura umana, in quanto crede che le persone allo stato di natura non sono associali e amorali, ma individui illuminati dalla ragione. Essi, infatti, possiedono una legge morale che prescrive il rispetto di tre diritti inalienabili e inviolabili: alla vita, alla libertà, alla proprietà.

Non essendovi però un potere superiore, che imponga il rispetto della legalità, manca la garanzia del diritto, ed è per questo motivo che gli individui devono stipulare tra loro un contratto di natura sociale, che prevede prima il pactum unionis e dopo il pactum subiectionis (contrattualismo).

Locke però vede tale contratto come la tutela dei diritti naturali e inviolabili dell'uomo, quindi non può essere assoluto e arbitrario. In tal senso il contrattualismo lokiano è fortemente radicato nel giusnaturalismo.

Per il filosofo l'uomo ha il diritto inalienabile della proprietà, che non è un privilegio acquisito, ma il frutto dell'azione umana. Quindi per Locke, la proprietà privata non è costituita soltanto da beni materiali, ma in termini più generali dalla vita, dalla libertà e dagli averi.

I principi fondamentali del liberalismo:

1. il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini

2. lo Stato non può governare in modo arbitrario

3. il potere legislativo deve essere separato da quello esecutivo

Locke parla anche della tolleranza religiosa e nella Lettera sulla tolleranza egli sancisce la netta separazione tra Stato e Chiesa. Il potere politico nasce con lo scopo di fare le leggi e di farle rispettare, mentre le istituzioni religiose rispondono solo ai bisogni spirituali degli uomini di fede. Pertanto la Chiesa è una società libera e volontaria e il suo fine è quello della salvezza dell'anima.
Visto che al potere politico non compete la "cura dell'anima", il re deve garantire la libertà di culto e non può imporre il proprio credo ai sudditi.

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