LA NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA: Galilei
Galileo elabora un metodo caratterizzato da due elementi fondamentali:
1. Osservazione rigorosa dei fenomeni naturali;
2. Uso delle ipotesi e del calcolo matematico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, egli, parla di sensate esperienze ovvero l’esperienza compiuta attraverso i sensi, in particolare la vista. Questo perché rappresenta il momento induttivo della scienza.
Per il secondo aspetto identifica le necessarie dimostrazioni, ossia ipotesi elaborate mediante un processo di deduzione logico matematica, che hanno il compito di prospettare, in maniera teorica la soluzione dei problemi fisici.
Un’altro momento del metodo scientifico è il cimento: la verifica sperimentale delle ipotesi.
Ma visto che non sempre è possibile verificare le ipotesi in concreto, Galileo afferma che lo scienziato deve realizzare in laboratorio esperimenti in modo da controllare i singoli passaggi della teoria; nel senso che egli deve costruire un percorso artificiale che riproduca quello che dovrebbe essere l’andamento naturale del fenomeno esaminato.
Il metodo galileiano si basa su un presupposto teorico di fondo: la struttura matematica del cosmo.
La concezione dell’universo è che ne deriva è rigorosamente meccanica, in quanto lo riduce a due aspetti fondamentali: la materia e il movimento.
Alla base di questo metodo c’è una serrata critica al principio di autorità ovvero l’abitudine di richiamarsi all’autorità della Chiesa e della tradizione.
Il sapere tradizionale viene accusato da Galileo di essenzialismo, perché ricerca l’essenza dei fenomeni naturali, e finalismo, in quanto considera le parti che compongono la natura fisica come orientata all’utilità dell’uomo.
Secondo Galileo, non c’è conflitto tra ragione e rivelazione, ma separazione di competenze, in quanto esse riguardano due ambienti differenti, con due linguaggi diversi, anche se riconducibili all’unico disegno del creatore.
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